28 novembre 2013

CONDANNATI A 16 ANNI COMPAGN* ANTIFA PER SCONTRI PER L'APERTURA SEDE DI CASAPOUND - BERGAMO

 In attesa di comunicati, apprendiamo dai media locali che tutti i 16 compagni inquisiti per gli scontri avvenuti il 26 febbraio 2011, per impedire l'inaugurazione di una sede di Casapound a Cuneo, sono stati condannati a pene dai 2 anni e mezzo di carcere alla sospensione condizionale. Il giudice ha inoltre accolto, pur ridimensionandola rispetto ai 300.000 euro iniziali (e che ci dovevano fare? un golpe?), la richiesta di risarcimento inoltrata come parte civile dai fascisti di Casapound.

Da sottolineare la collaborazione, con anatemi e testimonianze, dell'associazionismo antifascista istituzionale che non perde occasione per ribadire la propria vacuità.

26 novembre 2013

AGGIORNAMENTI SULLA CENSURA AD ALFREDO E NICOLA IN AS2


riceviamo e diffondiamo



Il 22 novembre il g.i.p  di Genova  Giacalone, su richiesta dei pm ,ha   prorogato  di ulteriori 3 mesi la censura della corrispondenza di Alfredo e Nicola, di proroga in proroga  praticamente hanno la posta sotto censura dal momento dell' arresto.Va ricordato che la censura implica....oltre all' antipatico timbro in inchiostro blu che va ad imbrattare la corrispondenza con amici e compagni .......un sistematico rallentamento ed arbitrario sequestro della corrispondenza, che si tratti di lettere personali, testi, volantini ,stampati da internet, giornali,ecc quindi il problema non è tanto il monitoraggio continuo di quanto viene scritto o detto a colloquio, monitoraggio effettivo sempre anche se non dichiarato,quanto l' incomunicabilità che vorrebbero  creare tra esterno ed interno. .Quest' ultima proroga è come al solito esplicativa della vendetta statale  preoccupata dalla solidarietà ricevuta  dai compagni .ecco uno stralcio del testo del decreto, lampante esempio delle strategie repressive più  che mille riflessioni a margine.
"permangono esigenze attinenti alle indagini,sebbene sia nel frattempo intervenuta sentenza di condanna in giudizio abbreviato,finalizzate alla individuazione di eventuali concorrenti  nei reati per cui si procede nonché l' esigenza di prevenire reati della stessa specie;
-a questo riguardo deve essere evidenziato che nel corso dell' udienza gli imputati ,attraverso due scritti acquisiti agli atti, hanno rivendicato la paternità dell' attentato dichiarando la  propria  appartenenza alla FAI-FRI ''Nucleo Olga", sotto la cui sigla è stato eseguito il ferimento dell'AD di Ansaldo Nucleare ;l'assunzione di responsabilità da parte dei due anarchici ha ottenuto vari consensi nell'area più radicale del movimento,favorevole all'azione diretta e ha comunque stimolato dibattiti e confronti;
-in seguito alla scelta compiuta i due detenuti stanno cercando di accreditarsi sia all'interno del movimento anarchico nazionale (come dimostrano le corrispondenze con [....]  [...] che presso i greci della Cospirazione delle Cellule di Fuoco di cui fa parte Olga Ikonomidu(la detenuta a cui è stato dedicato l' attentato);in particolare è stata controllata una lettera spedita dal Cospito a [...........],destinata in realtà ai  componenti della cellula anarchica detenuti in Grecia e ad altri aderenti (come si comprende dal'esordio''Carissimi fratelli e sorelle delle CCF) in cui si prospetta un confronto rivolto a rafforzare un nuovo anarchismo d'azione, definito la "Nuova Anarchia" ,nel quale si inseriscono forme di lotta violenta come quella rivendicata dai due imputati(v.nota DIGOS Questura Genova 21.11.13 con allegato lo scritto richiamato);
-si reputa pertanto fondato e giustificato il provvedimento di controllo richiesto dal PM per l' indubbio interesse investigativo su tutta la corrispondenza facente capo agli imputati,il cui tenore ,alla luce di quanto già riscontrato,potrebbe rivelare un indefinito progetto criminoso condiviso dagli imputati  attraverso scritti,corrispondenze,circolazione di informazioni."
si vanno in quest'occasione  ad additare 3 rapporti epistolari ovvi ed acclarati- con un compagno anarchico in prigione da anni stimato e conosciuto -senza confini- per l' enorme e costante lavoro di traduzione a livello internazionale oltre che  x la mai doma tensione  ribelle -con  un familiare di una prigioniera anarchica greca, probabilmente intestatario di una casella postale destinata alla comunicazione con l'esterno (giova in questo caso ricordare che per l' ordinamento penitenziario greco è possibile comunicare via mail e  telefonicamente con l'esterno, non solo con i familiari,ma pubblicamente, per cui in quel caso l' approccio con i canali informativi esterno/interno è totalmente differente dall' italico regime comunicativo)inoltre si fa riferimento ad un testo edito sui canali informativi di movimento  da mesi,, per ultimo- con chi scrive che, oltre a fare colloqui, è coindagata nello stesso procedimento per 270bis con Alfredo e Nicola...ed anche in questo caso dovrebbe essere superfluo ribadire che essendo anarchici....a volte ci si scrive d'anarchia!
Quanto sopra per ribadire quanto già detto più volte ,gli aggiornamenti sulle dinamiche repressive- da parte di chiunque in varia forma colpito - servono oltre che a sottolineare i tentativi di rompere le reti solidali a cementare le proprie certezze sulle valutazioni di merito sui detentori degli strumenti di controllo....ovvio pure l' invito a continuare a mandare materiale informativo,giornali,ecc . Anna
                                                                                                           nidieunimaitres@gmail.com
per scrivere ai compagni
Nicola Gai, Alfredo Cospito
C.C.Ferrara
Via Arginone 327
44122 Ferrara

25 novembre 2013

LETTERA DALLA SECONDA SEZIONE FEMMINILE DEL CARCERE DELLE VALLETTE

Questa lettera arriva dalla seconda sezione Nuovi Giunti femmile del carcere delle Vallete. Racconta le condizioni a cui sono costrette queste detenute e un episodio drammatico che hanno vissuto, censurato dall'amministrazione penitenziaria. Con coraggio e collettivamente propongono un momento di lotta il 4 dicembre, a cui è doveroso dare voce. E' importante diffonderla il più possibile tra gli uomini e le donne detenute in altre strutture carcerarie.
A margine della lettera viene specificato che la loro protesta non è per chiedere l'amnistia o l'indulto, ma per ottenere qualcosa di molto più vicino alle loro necessità e potenzialità di auto-organizzazione: lottare per la propria dignità e contro la quotidianità assassina che sono costrette a subire.



Stralci di una lettera dalle Vallette.
04/11/2013

(…)Mi trovo tutt’oggi ancora ai Nuovi Giunti. Sono stata trasferita il 22 luglio. Io come altre detenute, siamo al livello di non ritorno dalla quasi pazzia. In teoria nei Nuovi Giunti puoi starci massimo 15 giorni. 
Dopo svariati mesi da una petizione siamo riuscite a ottenere uno sgabello per cella, poter fare l’aria a uno stesso orario, e non come pecore da pascolo, o tappa-buchi quando le altre sezioni non scendono. Questo era un disagio non da poco. Una mattina alle 9, il giorno dopo alle 11 come veniva comodo a loro e quell’ora d’aria diventava una corsa per poter essere pronte all’improvviso. Questa situazione è da sempre insostenibile. Due ore d’aria e ventidue chiuse senza la possibilità di fare un’attività ricreativa. C’è una bellissima palestra inagibile. Abbiamo ottenuto di poter usufruire della doccia dalle 9 alle 11, orario in cui devi essere già pronta per la così sospirata ora d’aria. Alle 11 passa il vitto. Bene noi al nostro ritorno dall’aria alle 12 abbiamo nei piatti qualcosa di commestibile, di cui non si capisce la fattispecie, messa a giacere per un’ora fino al nostro ritorno in cella. Prima cosa non mi sembra molto corretto e igienico che io debba avere il vitto per un’ora dentro la cella senza neppur vedere cosa mi ci si mette dentro. Io personalmente ho un piccolo aiuto dall’esterno e vado avanti da più di tre mesi a yogurt e frutta. Ma chi non ha la possibilità di fare quel minimo di spesa si fa coraggio chiude gli occhi e butta giù. Le mie compagne mangiano degli alimenti con corpi estranei all’interno! 
Poi c’è il lusso della doccia dalle 13 alle 15. Alle 15 bisogna essere pronte per l’aria. Quindi in una sezione dove ora siamo 25, ma spesso si è in 50, con 2 docce funzionanti e un lavabo bisogna fare coincidere tutto. Voglio puntualizzare che nelle celle non c’è proprio la predisposizione per l’acqua calda a differenza delle docce dove c’è un termostato per la temperatura a piacimento loro. Quello che potrebbe essere un piccolo ritaglio di relax diventa una vera e propria tortura per molte, direi quasi tutte. La temperatura priva di calore rende insostenibile il nostro livello di stabilità. Io personalmente faccio comunque la doccia seppur con la speranza che non mi si geli il cervello. Ma le mie compagne sono tutte comunque di un’età sulla cinquantina anche oltre puoi capire il loro disagio e impossibilità di lavarsi dignitosamente: si prendono a secchiate a vicenda prendendo l’acqua dal lavabo della doccia che è per lo meno tiepida. Potrebbero chiamarsi problematiche sorvolabili invece queste condizioni imposte rendono la nostra permanenza e sopravvivenza insostenibili a un minimo tenore dignitoso. Ho deciso di scrivere questa parte di lettera di sfogo perché vedo crollare la stabilità delle compagne sotto ai miei occhi! E mi sto quasi sentendo impotente a poter solo tendergli la mano. 

Ci sono detenute che andrebbero spostate in centri che possano aiutarle e non essere imbottite di terapia per non disturbare la quiete delle lavoranti “agenti-assistenti” con il continuo urlo straziante per il loro malessere psicologico con “invalidità al 100% neurologica”. Sono già state in diverse strutture OPG ma ora giacciono qui nei Nuovi Giunti. Io non mi permetto di chiudere la bocca a nessuno. Così per non sentire queste urla assordanti ho praticamente un  trapianto di cuffie alle orecchie. 
Ho preso realmente coscienza che bisogna fare uscire al di fuori da queste mura la realtà vera, cruda delle carceri italiane. Perché lottando sole facciamo solo numero. Così da questa sera a un mese ognuna di noi farà da passaparola per fare girare la voce nelle carceri italiane. Il 4|12 alle ore 16 faremo una battitura. Nel giro di un mese credo che il passaparola sarà arrivato in tutte le carcere e chi ha la possibilità di mandarci giornalisti al di fuori di queste strutture da degrado, aiuterà a fare uscire oltre queste infinite sbarre il nostro grido di aiuto. Se una persona lotta da sola, resta solo un sogno, quando si lotta assieme la realtà cambia. Qualcuno dovrà pure darci ascolto! 
Siamo ancora prive di un contatto con il mondo esterno, prive di tv che potrebbe aiutare a distogliere la mente dai nostri pensieri. La posta potrebbe essere un po’ di zucchero per i nostri cuori ma anche lì abbiamo il lusso che ci venga consegnata “dal martedì al venerdì”, forse non avendo contatti con il mondo esterno non siamo a conoscenza che le poste italiane ora lavorano solo quei giorni. Ma non credo sia così. Dopo un mese dal mio trasferimento a questo penitenziario nuova disposizione: tutta la posta deve essere registrata al computer “quando ne hanno tempo”. Altrimenti come oggi seppur lunedì la posta vista da altre detenute non c’è stata consegnata. In prima sezione hanno fatto la battitura, noi nuovi giunti all’aria ci mettiamo sul piede di guerra: minacciamo di non risalire dall’aria. Così per azzittirci la nostra dignitosa ispettrice ci viene a dire che stanno registrando la posta. A chiacchiere: niente posta. Io personalmente una raccomandata l’ho firmata dopo 9 giorni dal suo arrivo! 

Non veniamo rifornite di niente: generi di prima necessità per l’igiene persona e quant’altro. Solo al nostro arrivo un rotolo di carta igienica, due piatti e due posate di plastica, uno spazzolino e un dentifricio con saponetta. Poi dopo aver dormito senza lenzuola coperte e cuscino se sei fortunato entro un paio di giorni dal tuo arrivo puoi ottenerle e poi niente più. E, mi ripeto, chi non ha un piccolo aiuto dall’esterno economico è privo di tutto. Non viene rifornito neppure dalla carta igienica. Ma per fortuna c’è la domenica di mezzo. Ci viene data gentilmente in regalo Famiglia Cristiana e molti giornali. E molte hanno trovato rimedio a scopo carta. 
Scrivo terra-terra sdrammatizzando ma siamo nel tunnel degli orrori. Prendendo atto di ciò che è accaduto il 31 ottobre ora do il libero sfogo. Abbiamo sollecitato più volte le assistenti di sezione di tenere sotto osservazione una nostra compagna da giorni in uno stato confusionale e, preoccupate per questa visibile instabilità, abbiamo solo richiesto che venisse applicato il loro ruolo: controllarci. Bene se questo fosse stato fatto con i tempi giusti oggi non ci si troverebbe in questa condizione. Bene siamo scese all’aria alle 15  e al nostro ritorno dopo più di un’ora che eravamo rientrate notiamo un’allarmante via vai di assistenti nella cella di questa nostra compagna.L’hanno trovata priva di sensi con entrambe le braccia tagliate da ferite importanti tanto da procurarsi la sutura di 19 punti al braccio sinistro e 24 al quella destro. Ovviamente mentre era in infermeria viene fatto il cambio cella per essere poi piantonata. “Ovviamente”. Tutto ciò poteva essere evitato ascoltando le sue ragioni. Non volevano consegnarle la spesa della sua concellina uscita liberamente, che aveva fatto tanto di domandina per lasciare la sua spesa a lei. Domandina vista da vari assistenti e poi credo cestinata. Questa è stata la goccia che ha interrotto quel filo sottile della sua stabilità già offuscata. Anche qui sarebbe bastato ascoltare e controllare prima che succedesse l’accaduto. Malgrado piantonata, la stessa notte per la seconda volta ci è andata troppo vicina: si stava soffocando con la sua maglia, e per ritardare l’accesso alla sua cella di piantonamento ha tirato su la branda facendola incastrare nelle sbarre del blindo. Allora tiriamo fuori la realtà, la verità. Non credo che bisogna aspettare che uno sia sottoterra. Questo va ben oltre. Ieri è andata bene, se così si può dire, facciamo qualcosa. Aiutateci. Aiutiamo queste donne, figlie, madri. 
Per finire in bellezza la stessa notte una compagna si sente male. Soffre di gastrite nervosa. Mi dirai che non è una patologia così allarmante, sì se solo non soffrisse di problemi cardiocircolatori. Ha già avuto un arresto cardiaco provocato da questi attacchi. Continuano a farle flebo e punture di “Contramal” per alleviare il suo dolore. Ma in sostanza con i problemi che ha aggrava solo le sue condizioni. Portandola tra le mie braccia di peso sino in infermeria è passata più di  un’ora e mezza per fare intervenire la guardia medica.
Bene. Io sono allibita da tutto ciò. Ma non smetterò di combattere per me e le mie compagne, il nostro grido di dolore è assordante ma non ci sente nessuno. La guardasigilli Cancellieri si sta muovendo per noi? Per la popolazione carceraria? Ma deve aiutare noi tutte, detenute dal degrado. 
Un grido di aiuto e un affettuoso saluto le detenute seconda sezione Nuovi Giunti.
                                                                                                                                                                                       
M.
Seguono le firme di 22 detenute

VERTICE ITALIA ISRAELE: INDUSTRIA DEL CONTROLLO E DELLA SORVEGLIANZA

da Resistenza Quotidiana (Gaza, Palestina)

Qualche buona ragione per essere a Torino dal 30 novembre al 2 dicembre
(sulla mobilitazione a Torino contro il vertice Italia-Israele vedi anche qui e qui)



L'obiettivo di questo post è dare un'idea di come Israele possa essere considerato un laboratorio per quanto riguarda la repressione e il controllo, e di come queste conoscenze e tecnologie vengano esportate anche in Italia.

Ma andiamo con ordine, iniziamo con qualche considerazione generale, e questa volta non partiamo da Israele, ma dalla NATO. La NATO, infatti, nel suo rapporto UO2020 (Urban Operations in the year 2020), dà delle linee guida su come comportarsi nelle operazioni di guerriglia urbana. In estrema sintesi, questo rapporto si basa sul presupposto che dal momento che il numero di abitanti mondiali delle baraccopoli è in aumento, in un prossimo futuro i gendarmi del mondo dovranno aspettarsi di fronteggiare rivolte e insurrezioni in un contesto urbano. I problemi che le forze armate si troveranno ad affrontare in questo tipo di contesto saranno diversi da quelli riscontrati in campo aperto, principalmente per tre ragioni: la prima è che geograficamente ed architettonicamente il contesto è diverso (esistono “ostacoli” come case, strade strette e via dicendo, che gli insorti potrebbero usare a loro vantaggio essendo del posto); la seconda è che la composizione del nemico è differente (in ambiente urbano è più difficile distinguere tra combattenti e non combattenti); la terza è che l'organizzazione del nemico, nelle insurrezioni e rivolte, non è più gerarchica, come potrebbe essere quella di un esercito, ma è spesso composta da piccole cellule indipendenti.

Questo tipo di ambiente richiede tattiche particolari.

Nel rapporto NATO si fa riferimento alle guerre di quarta generazione, all'approccio “maneuvrist” e al protocollo USECT (Understand – Shape – Engage – Consolidate – Transition). La caratteristica principale delle guerre di quarta generazione è che almeno uno degli attori in gioco è un attore “non statale”. L'approccio maneuver prevede infiltrazioni, attacchi a sorpresa, ed isolamento di intere aree da altre per impedire gli spostamenti dei combattenti, l'obiettivo principale è quello di è quello di frantumare la coesione e la volontà di combattere del nemico. Il protocollo USECT descrive le diverse fasi dell'azione, in particolare le prime due rivestono particolare importanza: “Understand” prevede di comprendere i punti deboli del nemico anche attraverso infiltrazioni; nella fase “Shape” si creano le condizioni favorevoli all'azione, sia modificando il territorio in modo da impedire la mobilità del nemico che agendo sui media.

Suona familiare? Molte delle caratteristiche di queste guerre asimmetriche si applicano a pennello all'occupazione sionista della Palestina: il contesto urbano, l'organizzazione della resistenza in cellule, la presenza di combattenti e non nello stesso ambiente. Inoltre, anche le tecniche usate dall'esercito o dalle forze di occupazione sono per quanto possibile in linea con quanto previsto dal rapporto UO2020, si pensi per esempio alla fase “Shape”, e si pensi alla frammentazione della Palestina e alla propaganda mediatica israeliana. Israele come un laboratorio, in cui è possibile applicare tecniche di repressione ad una popolazione che fa da “cavia” e a cui le nostre forze armate guardano per poter “imparare”. Nello scorso post già ho scritto dei legami ed accordi diplomatici e delle esercitazioni congiunte, qui porterò altri esempi di come l'Entità Sionista riesca a “capitalizzare”, attraverso l'export di know how e tecnologie, l'occupazione della Palestina. Di seguito porterò l'esempio di quattro diverse aziende, senza la pretesa di esaurirle tutte, ma cercando di dare un'idea di quanto del modello di oppressione israeliano venga esportato anche molto vicino a noi.

La Logan's è un'azienda che fornisce corsi di preparazione per addetti alla sicurezza. Sul profilo della società leggiamo: “La Logan’s Ltd è stata creata come risposta alle crescenti esigenze della comunità internazionale; vale a dire la necessità di garantire la sicurezza del personale, dei beni e delle strutture che sono soggetti a dei livelli di rischio diversi. Lo scopo principale è quello di permettere ai clienti di operare in un ambiente più sicuro, enfatizzando costantemente l’importanza di essere preparati a qualunque evento.” Sebbene la Logan's abbia sede in Gran Bretagna, e quindi possa sembrare non direttamente collegata all'occupazione sionista della Palestina, sempre sul sito si può leggere: “Il punto di forza della Logan’s è il suo personale. Le squadre dei suoi esperti sono composte da:

1. Ex -alti ufficiali delle forze della difesa israeliani,

2. Ex -alti ufficiali dell’Esercito e Senior della Marina internazionali

3. Tecnici delle Forze speciali antiterrorismo israeliani.

4. Specialisti di sicurezza antiterrorismo civile israeliani ed internazionali [...e l'elenco continua...]”.


Forte quindi di questa squadra dalla solida esperienza sul campo, in Italia la Logan's ha partecipato al progetto SCUDO (Security Consulting United Didactic Organizations) a Roma, in collaborazione con le Acli e l'Enaip. Tra l'altro si insegna a negozianti, addetti alla sicurezza e privati cittadini come riconoscere e neutralizzare un “terrorista”, quali armi usa, e come riconoscerle. I corsi si sono svolti in contemporanea a Genova, La Spezia, Roma, Cagliari e Trieste, a Roma erano rivolti agli impiegati ENI, mentre nelle città di mare erano rivolti in particolare a chi lavora nei porti, per adeguarsi alle nuove misure di sicurezza. Sebbene il progetto sia iniziato per adeguarsi appunto alle nuove norme di “sicurezza”, non sono solo gli addetti a questo settore a parteciparvi, ma anche comuni impiegati, commercianti e via dicendo. La Logan's, però non si accontenta: rende possibile a tutti accedere ai suoi corsi, che vanno da una durata di 4 ore alle 36, con costi variabili. Vista l'origine e il background degli istruttori (appunto ex militari o forse zpeciali israeliane) si tratta, nei fatti, della commercializzazione di tecniche di oppressione che i sionisti mettono in atto tutti i giorni contro i Palestinesi.

Prima di descrivere le due aziende che seguono, mi permetto un'osservazione: si pensi alle colonie illegali in Cisgiordania: esse hanno l'obiettivo di difendersi dai palestinesi locali in maniera simile a come alcuni quartieri “bene” hanno bisogno di controllare le masse che giustamente reclamano uguaglianza sociale. Ed ecco che, per esempio, sistemi di sorveglianza la cui funzionalità è già stata verificata nelle colonie, vengono installati nelle nostre città.

La Radwin è una multinazionale israeliana che fornisce sistemi wireless a banda larga. Le telecamere di sicurezza della Radwin sono installate in dozzine di città israeliane, e in alcune colonie, tra cui, Ariel, Alfei Menashe, Givat Zeev, Ma'ale Adumim, Kdumim e Beit Arie. Fornisce inoltre per l'IPS (Israeli Prison Service), sistemi di identificazione vocale in 33 diverse prigioni israeliane. Radwin è parte della Rad Bynet, la quale ha instalato i sistemi di comunicazione e informatici a una città militare nel deserto del Negev (Bahad city). (fonte: who profits)

Facendo affidamento all'esperienza della Radwin nel campo della videosorveglianza e delle sicurezza, la città di Mira (VE) ha adottato le telecamere di questa multinazionale per il suo “progetto sicurezza”. Nel comunicato stampa diffuso dalla stessa Radwin è possibile leggere in che cosa consista il progetto con precisione: “I dispositivi RADWIN 2000 sono in grado di fornire video in tempo reale dalle videocamere ad altissima risoluzione posizionate nei punti nevralgici della città (parchi, scuole, aree commerciali) al centro di controllo presso il Comando di Polizia Locale. Il progetto è stato realizzato con l’obiettivo di monitorare le aree a traffico limitato e di aumentare la sicurezza urbana, prevenendo e riducendo gli atti vandalici e la criminalità. Il system integrator Teletronica ha provveduto all’implementazione del progetto." (Dal comunicato stampa della Radwin del 30 giugno 2011, intitolato “La città di Mira sceglie i sistemi di videosorveglianza di RADWIN per il “Progetto Sicurezza”)

La descrizione del progetto in cui le telecamere Radwin sono impiegate nella città di Maserà è: “Obiettivo del progetto "Città Sicura" varato dal comune di Maserà di Padova è quello di ridurre il tasso di criminalità e accrescere la sicurezza dei cittadini. I sistemi RADWIN trasmettono al centro di controllo le immagini video in tempo reale riprese dalle videocamere ad alta risoluzione installate nelle zone nevralgiche della città: punti di accesso e uscita al territorio comunale, incroci, scuole, centri commerciali e parchi pubblici. Gli addetti, presenti nel centro di controllo, possono dunque effettuare la sorveglianza in tempo reale attivando misure di intervento immediate in caso di necessità." (Dal comunicato stampa della Radwin del 2 marzo 2010 intitolato “Il Comune di Maserà di Padova sceglie RADWIN per il progetto di videosorveglianza "Città Sicura"")

Inoltre, in un comunicato datato 5 maggio 2011, si può leggere che “RADWIN, azienda israeliana leader nella fornitura di apparati wireless per il backhauling e l’accesso in banda larga, lancia oggi una soluzione unica e conveniente che garantisce connettività ad alta capacità per i mezzi di trasporto pubblico su rotaia in movimento. [...] Esclusivamente sviluppati per consentire le comunicazioni ad alta velocità per treni e altri veicoli su rotaia per il trasporto pubblico in movimento, le soluzioni per la mobilità di RADWIN permettono di realizzare in modo affidabile soluzioni di videosorveglianza in tempo reale, a elevata capacità e qualità, oltre a una serie di altre applicazioni tra cui: sistema di controllo treno, sistemi informativi per i passeggeri, accesso a Internet, intrattenimento di bordo, pubblicità e altro ancora." (Dal comunicato stampa del 5 maggio 2011 della Radwin intitolato: “RADWIN presenta una nuova soluzione wireless per la videosorveglianza sui mezzi di trasporto pubblico”) In altre parole, il fine del progetto è la videosorveglianza, mentre come corollario avremo internet sui migliori treni. Praticamente, ce lo pubblicizzeranno come un aumento del comfort ma saremo spiati da telecamere che sono state sperimentate prima dai sionisti sui palestinesi.


La Bunkersec corporation ha sede a Tel Aviv (l'indirizzo riportato sul sito è: Weizman Center Tower, 18th Floor 14 Weizman St., Tel-Aviv 64239, Israel). Il tipo di servizi che offre vanno dalla sicurezza informatica ai sistemi di intercettazione (“[...] analizzare ed organizzare comunicazioni senza fili come voci, dati, sms ed e-mail. Per intercettazioni di massa su scala nazionale di qualsiasi network il sistema raccoglie, analizza ed espone le minacce da miliardi di comunicazioni.”), dalla sorveglianza cittadina alla sicurezza marittima e degli aeroporti, dalla protezione di strutture a rischio (si nominano impianti petroliferi, banche, prigioni, scuole) a quella dei confini. Sul sito di questa multinazionale, l'immagine che accompagna la descrizione dei servizi legati alla sicurezza dei confini, e rivolti a tutti gli stati del mondo è quella di un tratto del Muro dell'Apartheid in Palestina. (dal sito della bunkersec)

La Bunkersec è gestita da MeirDagan, e già il suo nome è una promessa di “efficienza”. Dagan era ufficiale nel Sinai durante la guerra dei sei giorni e durante quella dello Yom Kippur, negli anni settanta era a capo di un'unità segreta che operava in Cisgiordania, durante la guerra in Libano comandava una delle prime brigate ad entrare a Beirut, e prima di ritirarsi dall'esercito ha raggiunto il rango di generale maggiore. Sharon lo ha reso capo del Mossad (il principale servizio segreto israeliano) e li è rimasto anche sotto Olmert, fino al 2009. In questo periodo non ha mostrato remore verso le operazioni “sporche” tra cui rientrano esecuzioni extraparlamentari, incursioni ed azioni oltreconfine.(fonte: corriere)

Uno dei prodotti offerti dalla Bunkersec è il progetto “safe city”, che parte dal presupposto che la popolazione urbana sia in aumento e i mezzi per controllarla obsoleti, offrendo quindi sistemi di sorveglianza e di analisi dati  (dal sito della bunkersec). Questi mezzi di controllo, e la loro provenienza “garantita” devono essere piaciuti alla giunta di Catanzaro e al suo sindaco Sergio Abramo: tra il 10 e il 21 agosto affidano alla Bunkersec un incarico per lo studio, soluzione, programmazione economica e realizzazione del progetto Safe city. Il corriere della Calabria del 16/03/2013 recita: “[...] La cifra necessaria è di 23.180.000 euro. Il progetto prevede la realizzazione di un centro di comando e controllo equipaggiato con 15 workstation, videowall, server, strumenti; call center con 4 postazioni per la ricezione delle chiamate; rete privata e dedicata con 25 hub di comunicazione; 700 telecamere, 200 addizionali fittizie; 35 sistemi di riconoscimento delle targhe automobilistiche a due carreggiate e 10 a una carreggiata; 10 vetture della polizia con sistemi di sorveglianza mobile; 46 piattaforme per il comando computerizzato mobile9.”(fonte: corriere della calabria)

Risultano gravemente viziati gli atti prodotti dalla giunta per stringere questo accordo che prevede – ricordiamolo – l'applicazione di tecnologie militari in ambito civile. Ad esempio, i documenti non prevedono la procedura per la scelta tra le diverse opzioni, sono privi di motivazioni giuridiche, non presentano un'analisi della situazione presente. Tutto questo per avvallare un progetto che viola la legge sulla privacy per la mole e la non pertinenza dei dati analizzati (vengono infatti raccolti anche dati con fini preventivi, cioè per creare un database per analisi e correlazioni future). (fonte: informareXresistere)

Safe City, infatti, non è mai approdata a Catanzaro.

La giunta ha diramato una nota secondo cui era necessario rinunciare al progetto Safe City perchè la regione aveva modificato lo stanziamento dei fondi per la sicurezza, mentre la regione spiega come fosse chiaro fin dall'inizio l'entità dei finanziamenti per la sicurezza e quindi l'impossibilità economica di realizzare tale progetto.

Eppure questa storia non sembra essere finita qui.

Perché la regione, pur sapendo che non sarebbe stato realizzabile, non ha bloccato Safe City fin dall'inizio? Vincenzo Saladino, general menager della Bunkersec in Italia, era stato ricevuto sia al palazzo dove ha sede la giunta regionale che a quello dove ha sede quella comunale. In entrambi i casi è stato accolto con calore: il governatore della regione Giuseppe Scopelliti lo presentò ai calabresi come console onorario di Israele: fu un incontro importante in cui si gettarono «le basi per un solido rapporto di amicizia e collaborazione fra la Calabria ed Israele». E secondo una nota del comune, l'incontro tra il sindaco Abramo e Saladino, fu fortemente voluto da Scopelliti. (fonte: corriere della Calabria) In pratica, è stato un'espediente utile per avere “un po' più di Israele” in Italia.

Ho personalmente scritto alla Bunkersec chiedendo se avessero altri progetti in Italia, oltre che quello di Catanzaro. Mi è stato risposto da un certo Guy Caspi (guy@bunkersec.com), testualmente: “We are working also with the head of Milan Police”. Nel momento in cui ho chiesto ulteriori delucidazioni, non ho ricevuto altra risposta. Staremo a vedere.

Rimanendo a Milano, è notizia del maggio 2010 l'installazione di un softwere israeliano sulle telecamere, in grado di individuare persone o movimenti sospetti. Nonostante alcune ricerche effettuate, non mi è stato possibile capire quale fosse l'azienda produttrice, ma diverse fonti lo indicano come di fabbricazione israeliana, installate a tel Aviv e Londra. Il softwere è in grado di individuare persone “sospette” e mandarne l'immagine alla centrale di controllo. Per “persone sospette” si intende, per esempio, qualcuno che si avvicini ad un muro con una bomboletta spry, o un assembramento che potrebbe sfociare in una rissa, ma anche una persona che corre (stia essa facendo jogging o abbia appena scippato una vecchietta) o anche abbandoni di pacchi o valigie in luoghi sensibili, mercanti “abusivi” o abbandono di rifiuti.

Il Panopticon è un carcere ideato nel 1791 dal filosofo Bentham. La sua struttura è composta di una torre centrale, all'interno della quale stazionerebbe l'osservatore, circondata da una costruzione circolare, dove sono disposte le celle dei prigionieri: la sua funzione è quella di permettere ad un sorvegliante di osservare (opticon) tutti (pan) i soggetti di una istituzione carceraria senza permettere a questi di capire se sono in quel momento controllati o no. Metaforicamente, siamo di fronte ad un panopticon che ci osserva tutti i giorni, in cui la guardia si trova dietro agli scermi delle telecamenre. Sembra che parte di esso sia made in Israel. E, sapendo come Israele sorvegli i palestinesi ed utilizzi contro di loro le informazioni in suo possesso, la cosa non può che preoccupare. Un'altra buona ragione per essere a Torino a manifestare contro gli accordi Italia-Israele.



Il decreto sulle privatizzazioni del governo Monti prevede di privatizzare anche alcuni servizi legati alle carceri. Nelle carceri israeliane, parte dei servizi carcerari sono già stati privatizzati. La G4S è una delle aziende a cui è stato affidato l'incarico. La G4S ha affari in più di 120 Paesi nei 6 continenti. In particolare, la G4S-israel si occupa di: servizi ed equipaggiamenti di sicurezza nelle carceri, servizi di sicurezza alle attività commerciali negli insediamenti, equipaggiamento e revisioni ai check point militari in Cisgiordania, sistemi di sicurezza nei quartieri generali della polizia.

Nel luglio 2007 la G4S e l'IPA (Israeli Prison Autority – autorità delle prigioni israeliane) firmano un accordo che prevede che la G4S fornisca i sistemi di sicurezza nelle principali prigioni israeliane. In seguito a questo, G4S ha installato un sistema di sicurezza lungo le mura di recinzione della prigione di Ofer, in Cisgiordania, oltre che una centrale di comando da cui tutta la prigione può essere monitorata. Inoltre, fornisce servizi all'interno di carceri nei territori occupati nel '48, nonostante secondo la quarta convenzione di Ginevra non sia legale portare un prigioniero dal territorio occupato all'interno della potenza occupante (l'articolo 77 recita: “Le persone accusate di delitti devono essere detenute nei territori occupati, e, se dichiarate colpevoli, devono scontare la pena li dentro.”). In particolare fornisce l'intero sistema di sicurezza nella prigione di Ketziot, la stanza di comando centrale nella prigione di Megiddo, e il sistema di sicurezza a Damon; queste prigioni ospitano “prigionieri di sicurezza”, cioè, prigionieri politici palestinesi. La G4S però non si accontenta di questo. Fornisce sistemi di sicurezza alle prigioni di Kishon (nota come Jalameh) e Gerusalemme (Russian Compound): in questi centri sono state documentate numerose torture, sia prima che dopo l'installazione dei sistemi di sicurezza da parte della multinazionale in questione.

Inoltre, la G4S fornisce scanners per bagagli ad alcuni check point della Cisgiordania, oltre che a quello di Erez (per entrare a Gaza dai territori del '48); ufficiali di sicurezza all'interno delle attività commerciali nelle colonie israeliane in Cisgiordania, e sistemi di sicurezza per caserme di polizia israeliana. (Dati tratti dall'opuscolo “the case of G4S – private security companies and israeli occupation” realizzato da Who Profits e dalla Coalition of Women for Peace.)

Come già accennato, anche in Italia stiamo andando verso la privatizzazione di alcuni servizi legati alle carceri: non è improbabile che parte vengano dati in gestione anche a questa multinazionale, tantopiù che la G4S si è fusa recentemente con un altro colosso internazionale che ha sedi anche in Italia, l'ISS. (fonte: il sito dell'ISS)

L'università di Oslo, in seguito da una campagna portata avanti dagli studenti, ha interrotto i suoi rapporti con la G4S. Nel Regno Unito, dove G4S si occupa di servizi legati alle carceri, sono stati attaccati alcuni veicoli della multinazionale. Questo è uno stralcio del comunicato che rivendicava l'iniziativa:

    “Nelle prime ore di mercoledì mattina [9 gennaio 2013], abbiamo realizzato un paio di azioni repentine, azioni di auto-difesa e amore. Gli pneumatici di due veicoli G4S sono stati squarciati, i finestrini mandati in frantumi e i veicoli imbrattati di vernice. […]
    Gli uomini e le donne assassinati da G4S e l'industria del sistema carcerario sono due cose inseparabili e in costante crescita, giorno dopo giorno, così come le vite distrutte da G4S ad ogni ora. Anche il nostro odio per G4S e il nostro amore per i nostri fratelli e le nostre sorelle rinchiusi cresce, ad ogni secondo.
    La nostra azione di martedì notte è forse un piccolo gesto, ma può essere ripetuto. E noi lo ripeteremo insieme ad altri simili a questo.
    Fuck the prisons. Per la libertà, per l'amicizia.” 

    (tratto da informa-azione)

Senza dubbio questo è solo un elenco parziale. Però spero che possa servire per percepire la portata di quanto delle tecnologie di controllo usate contro i Palestinesi stia arrivando in Italia. Incontri come quello di Letta e Netanyahu a Torino servono anche per favorire l'ingresso di tutto ciò. Incontri del genere non s'hanno da permettere.

Sil

Sull'industria del controllo e bellica isrealiana prosegui la lettura

23 novembre 2013

IL FALLIMENTO DEL FEMMINISMO: CREAZIONE DI RUOLI E NON DI INIDIVIDUI



La vecchia, avendolo attentamente ascoltato, conclude allora questa riflessione con una "piccola verità" che dona a Zarathustra, consigliandogli però di nasconderla e non lasciarla uscire allo scoperto: "Vai dalle donne? Non dimenticare la frusta!"
Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, Friedrich Nietzsche

Sul tema della donna e del suo ruolo si sono probabilmente scritti fiumi di parole, fatti interminabili dibattiti e combattute migliaia di battaglie per la conquista dei “ pari diritti” così da giungere alla tanta agognata “emancipazione”.
Ma che sapore ha questa emancipazione femminista?
Io, Individuo, posso affermare che si tratta di un sapore fasullo, nessuna emancipazione: solo un cambio di ruolo, e non di ruolo assegnato da qualcuno, ma di ruolo scelto.
Prima di approfondire il discorso sul ruolo, voglio brevemente chiarire il concetto di “scelta del ruolo”.
Per chi riconosce la Volontà di Potenza dell’Ego umano ed l’ha approfondito nella propria esperienza di vita che ogni nostra azione è sospinta dall’Ego, ben capisce che ogni scelta, ruolo, posizione, azione che decidiamo di prendere nella e per la nostra vita parte dal nostro EGO, è una nostra scelta: che scegliamo di essere gli attori principali o comparse di una scena, quello è il frutto della nostra scelta egoista, della nostra Volontà di Potenza.
Nessuno ci muove come marionette, ma la nostra Volontà ci spinge verso una determinata posizione.
Ed anche quando quella posizione sembra che non possa provenire dalla nostra Volontà, perché magari degradante o svilente per la “dignità umana”,è proprio da noi che viene.

“ Ma cosa è vita, quale l'essenza di tutto ciò che vive? Ovunque trovai un essere vivente, afferma Zarathustra, là v'era anche desiderio inespresso d'obbedienza: "Ogni essere vivente è qualcosa che obbedisce"! Ma riceve ordini colui che non sa obbedire a se stesso, e que-sta è l'essenza di tutto ciò che vive. .”
Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, Friedrich Nietzsche

Senza voler troppo filosofeggiare, Nietzsche, parlava di Ego Attivo e di Ego passivo, ma entrambi erano appunto degli Ego che sceglievano liberamente per sé.
Mi piacerebbe portare l’ esempio di una giovane coppia libera, emancipata, nella quale credo di poter meglio spiegare questa scelta/posizionamento dell’Ego, si badi bene non è una contrapposizione, ma c’è un Ego che è attivo e un altro che sceglie passivamente, ma sottolineo sceglie di farsi comandare.
La frase chiave-lei ridendo: ”Io esco sempre, vado in giro e faccio un sacco di casini, lui sta a casa a badare agli animali..”
Lui non dice una parola e annuisce continuando quello che sta facendo.
Cosa diremo che lei è una despota e lui una povera vittima?
Io, non lo direi, lei sceglie di agire, lui sceglie di sottostare: ognuno sceglie il suo bene e il suo male.
Sarà la morale che giudicherà lei o lui nei ruoli di “vittima” e “carnefice”, ma anche la morale quando vuole sa ribaltare questi ruoli e diventare amorale, ma questa è un'altra storia.

“ Solo allora i ruoli sono distrutti, quando scompaiono tramite una posizione attiva. Io scelgo di partecipare attivamente in una organizzazione rivoluzionaria. Non ho seguito nessuno, né mi sono fatta trascinare qualcosa. Ho fatto una scelta. Ho rivendicato le mie azioni, anche se avrei potuto trarre vantaggio dalla mia identità di donna e ottenere un trattamento migliore. Ma quanto sarebbe dignitoso? Nella storia, una donna che è impegnata nell’attività rivoluzionaria annulla di fatto due ruoli in una sola volta, da un lato abolisce consapevolmente la sua identità come persona legale, mettendo in discussione la legge e l’ordine, dall’altro abolisce la sua identità di donna, sorpassando il concetto di ruoli di genere (madre, moglie, ragazza) che la società le ha attribuito”
Olga Ikonomidou membro delle CCF (giugno 2011)

Chiarito il concetto di scelta ora passo a quello che per me è il concetto di ruolo.
In quasi tutte le società il ruolo della donna è stato quello di una subalterna, all’uomo, ai figli, alla famiglia, alla casa, alla religione.
Ha accettato per sé dei ruoli che la relegavano nel gradino di coloro che obbediscono e subiscono le angherie dei più “forti”,sia fisicamente che mentalmente.
Il punto è che come ogni Individuo sceglie il suo posizionarsi nella vita, così il ruolo di volta in volta assegnato è stato dalla maggioranza delle donne accettato e sorretto per secoli, in maniera conscia, la scelta di campo è stata fatta, come Individuo che critico la massa che si fa guidare dal potente di turno, non perché privo della “coscienza politica”, ma perché volontariamente asservita al raggiungimento del proprio obbiettivo, allo stesso modo critico l’asservimento di milioni di donne al ruolo di “povera sottomessa” e “dileggiata”, dove la loro Volontà di Potenza le ha guidate a seguire questa strada ed a posizionarsi su tale piano.
Poi è giunto il “Femminismo liberatore”, che ha apportato un cambio di ruoli e non è riuscito a creare degli Individui.
Perché parlo di ruoli?
Senza voler ripercorrere storicamente le lotte fatte per la conquista dei diritti delle donne, a cosa si è giunti oggi in realtà?
Ci troviamo di fronte a donne che smessi i panni della “sottomissione” scelta hanno indossato il “ruolo” dei tanto odiati uomini oppressori, scegliendo quindi di assumere gli stessi atteggiamenti, posizioni, azioni lungamente censurate e criticate nel loro antagonista maschio.
Orde di femministe che occupano squat femministi, naturalmente (!!) in preda al delirio anti-maschio, in cui gli uomini non possono entrare; tutto è parificato mostrare la propria natura che sia essa di “maschio” o “femmina” è sessista, annullare la propria Individualità per la lotta al maschio è diventata la “scelta della vita”.
Parole, gesti, occhiate, movimenti vengono bollati come “maschilisti”, per un approccio sessuale si vuole il consenso orale!
Arriveremo a quello scritto!
È una caricatura tirata agli estremi, perché alla fine è il nostro EGO che ci spinge a fare quello che desideriamo di più e potremo coprirci e metterci nei panni che ci rendono più “accettabili” a questa società, ma il nostro EGO “tirerà” dove vuole arrivare.
Gli Individui non esseri che facilmente vengono accettati, la maggior parte delle volte vengono respinti e segregati, è più facile creare ruoli, che ascoltare l’Individuo che parla, che agisce, come diceva Clara di Mirabeau:
«I mostri... i mostri!... In primo luogo mostri non ce ne sono! Quelli che tu chiami mostri sono forme superiori, o semplicemente fuori della tua concezione... Gli dei non sono mostri? L’uomo di genio non è un mostro, come la tigre, il ragno, come tutti gli individui che vivono sopra le menzogne sociali, nella splendente e divina immoralità delle cose? Ma io pure, allora, sono un mostro >>.

Allora Tenetevi i vostri ruoli, ma io non dimentico di portare la frusta!

Sara Zappavigna

SABATO 23: INIZIATIVE



CROAZIA: ATTACCO NAZI FASCISTA ALL'INFOSHOP ISKRA


Nella notte tra il sabato e la domenica del 16 novembre 2013 i nazi-fascisti locali hanno attaccato lo spazio anarchico “Infoshop Iskra” (“Scintilla”) a Zadar.
Gli aggressori hanno distrutto tutti i vetri e lasciato scritte sui muri che inneggiano agli ustascia (i nazi-fascisti croati) e alla “guerra patriottica” degli anni Novanta, corredate da una svastica. Comunque, non si tratta di una novità, perché è già il terzo attacco che “Iskra” subisce negli ultimi due anni (i primi due nell’agosto e nel novembre del 2011). Il terzo è avvenuto alla vigilia della commemorazione della “caduta” della città di Vukovar nelle mani dell’esercito serbo, quando le menti dei nazionalisti/fascisti croati sono all’apice della loro irrazionalità aggressiva.
fonte

    SPECIFICHE PER VERSAMENTI A GIMMY


    Riceviamo e diffondiamo da una lettera di Gimmy:


    "specificare sul versamento braccio G9, sezione A, secondo piano, cella 12 (tenere la ricevuta)"

    Presto Gimmy sarà trasferito al braccio G8. Ci farà sapere quando questo accadrà, ma questa specificazione dovrebbe permettere di individuarlo comunque. Non è l'unico con quel cognome.

    per scrivergli o inviargli vaglia postale: 

    Francesco Puglisi
    Casa Circondariale di Roma Rebibbia
    nuovo complesso in via Raffaele Majetti 70
    00156 Roma

    19 novembre 2013

    USA: RESE NOTE MAIL DI STRATFOR RIGUARDANTI ANARCHICI E ANARCHICHE






    • Ciao compagni!
    • A causa della condanna a 10 anni emessa a carico dell’ anarchico hacker Jeremy Hammond a New York , ieri Wikileaks ha deciso di rendere pubbliche le restanti email della Stratfor. Stratfor è una società che si definisce come divulgatore di informazioni di intelligence globale, ma in realtà forniscono servizi di intelligence riservata a molte fottute corporazioni, governi e forze dell’ordine.
    • Vi sono molte e-mail – Milioni di esse, ma già abbiamo trovato alcune e-mail di interesse per il movimento anarchico mondiale, esse sono le seguenti …

    Attività della Croce Nera Anarchica a Denver e parlano di sospetti sulla Croce Nera Anarchica in Texas in azionni incendiarie:

    https://search.wikileaks.org/gifiles/?viewemailid=5328523

    L’nformatore dell’FBI Brandon Darby era in contatto con Stratfor:

    https://search.wikileaks.org/gifiles/?viewemailid=5316734

    Messaggi di posta elettronica di 14 agenti di polizia degli Stati Uniti hanno rivelato (tra cui alcuni agenti sotto copertura):

    https://search.wikileaks.org/gifiles/?viewemailid=547497

    Monitoraggio di Stratfor sui Occupy Austin:

    https://search.wikileaks.org/gifiles/?viewemailid=1240113

    Monitoraggio di Stratfor di 325.nostate.net e tentare di capire chi fosse il proprietario del sito … ovviamente non sono studenti molto astuti della storia rivoluzionaria altrimenti saprebbero chi era Tommy Weissbecker*, hahaha!:

    https://search.wikileaks.org/gifiles/?viewemailid=1090854

    Queste sono alcune delle mail più interessanti che abbiamo trovato finora – e si ricorda che ci sono ancora milioni di messaggi di posta elettronica da scoprire. È possibile ricercare i messaggi di posta elettronica, cercate di essere creativi con i termini di ricerca, potreste essere sorpresi di alcune delle informazioni importanti che si possono trovare!

    Vi terremo aggiornati su tutte le novità!
    PER LA LIBERAZIONE TOTALE DELL’INFORMAZIONE !
    LIBERTÀ PER HAMMOND E TUTTI GLI ANARCHICI / TUTTI I PRIGIONIERI ANTIAUTORITARI!

    Nota di RadioAzione:
    Tommy Weissbecker fu ucciso dalla polizia, il 2 marzo del 1972, mentre cercava di evitare l’arresto . Egli fu un militante del gruppo armato “Movimento 2 Giugno (Bewegung 2 June)” – Tale gruppo prende nome dall’assassinio durante una manifestazione di Benno Ohnesorg il 2 giugno del 1967. Il “Bewgun 2 June”" fu attivo in Germania per tutto il decennio degli anni ’70. Nel 1980 fu dichiarato lo scioglimento del gruppo e buona parte dei suoi militanti si unirono alla R.A.F. mentre altri continuarono a proseguire la vecchia strada formando gruppi più piccoli.

    NO GENDER NO RELIGIONE - 194TORTE IN FACCIA E "NO CRISTIANOFOBIA"

    Riceviamo e diffondiamo il link a un video anti-antibortista 
    [https://www.youtube.com/watch?v=A_5YUMLYfpk&feature=youtu.be

    e soprattutto di un sito fondamentale... http://www.nocristianofobia.org/ - involontaria risorsa preziosa per la diffusione dell'azione diretta anticristiana.

    Nota: gli indirizzi non sono stati linkati per non potenziare canali come youtube o quelli correlati al fondamentalismo cristiano.

    15 novembre 2013

    SENTENZA 68 GENOVA 2001: LO STATO METTE LA PIETRA TOMBALE. NOI NO.

    riceviamo e diffondiamo:

    Genova, 13 novembre 2013.

    Udienza lampo quella di oggi al Tribunale di Genova. Alla sbarra, ancora quattro compagni già condannati per devastazione e saccheggio per i fatti del g8 2001 in Cassazione a Roma a luglio scorso. La corte d'appello genovese doveva soltanto valutare l'applicabilità o meno dell'attenuante di “aver agito in suggestione della folla in tumulto”. Uno dei compagni sotto processo oggi, è stato arrestato la settimana scorsa in Trentino per una condanna definitiva a 5 anni, ritenuto responsabile di aver incendiato l'automobile del suo datore di lavoro. Trovandosi già in galera, ha deciso di presenziare all'udienza di oggi. Portato in aula in manette, è stato accolto calorosamente da un nutrito gruppo di solidali che gli sono stati affianco fino alla lettura della sentenza.

    Esito della sentenza: una condanna a 8 anni confermata senza attenuanti, una condanna ridotta da 10 a 8 anni con attenuante, due condanne ridotte a 6 anni con attenuante. Lo Stato, oggi, ha messo la sua pietra tombale su quella giornate di rivolta del luglio 2001 a Genova. Noi, invece, no. Continuiamo a bruciare per una vita libera in un mondo libero. Il fuoco della rivolta scalda i nostri cuori, e il miglior pensiero che possiamo rivolgere ai compagni condannati è far sì che quel fuoco divampi ancora e sempre più. Continueremo a batterci, continueremo a lottare, e lo continueremo a fare anche per tutti coloro che per la rivolta di Genova 2001 stanno pagando caro il prezzo della Giustizia di Stato.

    A Ines, Marina, Alberto, Francesco, Vincenzo, Luca, Dario, Carlo,Carlo
    ai compagni sotto processo per la rivolta del 15 ottobre 2001 a Roma; và tutto il nostro affetto la nostra solidarietà e complicità .
    A Vincenzo: che continui a correre libero e selvaggio!

    Lo spirito continua.

    INDIRIZZI DEI COMPAGNI INCARCERATI:

    Marina Cugnaschi
    c/o Seconda Casa Di Reclusione Di Milano – Bollate
    Via Cristina Belgioioso 120 -20157 Milano (MI)

    Alberto Funaro
    c/o Casa Circondariale Capanne
    Via Pievaiola 252 -06132 Perugia

    Francesco Puglisi
    Casa Circondariale di Roma Rebibbia
    Nuovo Complesso in Via Raffaele Majetti, 70
    00156 Roma

    Luca Finotti
    c/o casa circondariale di Trento – Via Beccaria, 13 –
    Loc. Spini di Gardolo,
    38014 Gardolo TN